Ha lo stesso effetto placebo affidato al leisurewear, e usa forme sinuose, paffute e avvolgenti per farci sentire meglio

Come un balsamo che addolcisce la vita, l’arredamento squishy è entrato nelle nostre case per rispondere con le rotondità di un imbottito agli spigoli quotidiani che emergono da questi tempi incerti. Dai grandi divani alle più piccole poltroncine da lettura, i volumi morbidi e avvolgenti degli oggetti che ci circondano restituiscono manifestazioni d’amore incondizionato, demandando alle silhouette rotonde e organiche lo stesso effetto placebo affidato al leisurewear. Il parallelismo tra spazio domestico e guardaroba, infatti, nasce non a caso durante il lockdown, per poi accelerare oltre la semplice tendenza anche dopo l’isolamento. In tempi non sospetti, era il giugno 2018, la rubrica The Strategist del New York Magazine annunciava infatti l’imminente successo del cosiddetto chubby design, citando tra le novità gli oggetti sinuosi di Jumbo. Lo studio di Brooklyn fondato da Justin Donnelly e Monling Lee emerge nello scenario delle nuove creatività indagando fin dal suo esordioi confini della costruzione attraverso gli occhi dell’affettività, trasferendo dalla matita al disegno quel calore avvolgente che, per alcuni atteggiamenti, ricorda il muoversi del sentimento materno.
E così, mentre abbiamo visto soprabiti e cappotti evolvere nello slancio di un rifugio da abitare o nell’appassire di un abbraccio da riempire, gli arredi e i complementi si sono letteralmente gonfiati. Paffuti e grassottelli, spesso traducono con il fare dell’estetica ilfenomeno della neotenia: esaltando caratteristiche giovanili e tratti infantili, le proporzioni perdono l’equilibrio della simmetria perfetta, accogliendo l’effetto sorpresa della stranezza. Diventata già una pietra miliare del design contemporaneo, ad esempio, la sedia Roly-Poly ideata da Faye Toogood si ispira chiaramente alle metamorfosi della maternità: “sono finiti gli angoli e le linee dure”, spiegava la progettista inglese nel 2014, “ero incinta nel momento in cui l’ho pensata, perciò si è trattato di portare quelle rotondità che stavo sperimentando fisicamente nel mio lavoro di progettazione”. Accenti voluttuosi che quest’anno Toogood ha declinato in una delle novità di Hem, la Puffy Lounge Chair. Questa volta vestita, la seduta ribadisce il concetto: sotto coperta si può stare meglio.

Disinvolte e sinuose le linee che corrono lungo schienali e braccioli riscrivono i codici espressivi dei blobjects, oggetti che, sul finire dello scorso Millennio, hanno segnato l’avanzare dei tecnicismi progettuali sdoganando anche nel design l’utilizzo dei software digitali. Con i quali, appunto, sperimentare senza freni. Percorrendo nuovamente le vie dell’esagerazione battute anni prima dal movimento memphiano, tra tutti, il massimalismo rivisitato dalle correnti attuali fa dunque leva sulla quantità. Se per la scelta delle cromie e delle texture si lavora per sottrazione, l’enfasi non manca nella definzione dei volumi over-size. Una passione, quella per l’extra-misura, che d’altronde ha sempre mosso la progettazione verso risultati di successo: con un tuffo negli anni Settanta, ritroviamo esempi perfetti di squishy furniture tra gli interventi dei più grandi Maestri del design del Novecento. Pezzi che oggi, grazie alle riedizioni, tornano a popolare i luoghi del quotidiano, feed Instagram compreso. Dal mitico Camaleonda di Mario Bellini per B&B Italia, segno di un nuovo e culto del divano, alla rivisitazione diPacha di Pierre Paulin, imbottito che per Gubi ripropone la sensazione di stare “seduto sulle nuvole”, il 2021 è arrivato con il ritorno firmato Cassina di Soriana, Compasso d’Oro nel 1970 progettato da Afra e Tobia Scarpa.