
Ne ha fatte di cose la neo-centenaria designer d’interni americana: assieme al marito ha rivoluzionato il modo di arredare le case americane, ha decorato la Casa Bianca per ben 9 presidenti diversi, ha lanciato una sua collezione di bijoux, è stata la protagonista sia di una mostra al Metropolitan Museum che di un documentario incentrato sulla sua straordinaria storia. E non ha intenzione di fermarsi: adesso, con i suoi quasi due milioni di follower su Instagram, è l’influencer più anziana, e più simpatica, in attività.
È molto probabile che gran parte del milione e settecentomila follower che Iris Apfel vanta su Instagram in realtà non abbia idea di chi lei sia, né di che ruolo abbia giocato nel design contemporaneo. Tutti loro adorano lo humour, lo stile coloratissimo, gli enormi occhiali, la forza e l’entusiasmo contagiosi che la donna, a cento anni tondi tondi- è nata il 29 agosto del 1921 a New York -, comunica attraverso i suoi post (come l’ultimo in cui annunciava l’arrivo del compleanno, sotto). E va bene così: se mai ha avuto senso definire qualcuno un’icona, questo è il caso di Iris Apfel, cui il titolo spetta di diritto. Prima dei social media, prima degli influencer e dei blogger, prima della rivoluzione del web e prima pure della televisione a colori c’era lei che da oltre settant’anni plasma i gusti del pubblico, e si diverte ancora moltissimo a farlo, questo è poco ma sicuro.
In realtà, la fama planetaria per la creativa è cosa relativamente recente. Fino a 15 anni fa il suo nome era un segreto ben custodito dagli addetti ai lavori: per quanto fosse famosa nell’ambiente, pochissimi al di fuori di certi circoli avevano idea di chi fosse quest’allegra, eccentrica e minuta signora dallo stile così particolare. E sì che lei e il marito sono stati tra i designer d’interni più stimati del XX secolo: il loro è un sodalizio affettivo e lavorativo d’acciaio, che inizia con il matrimonio nel 1948 e finisce il primo agosto del 2015, quando Carl scompare pochi mesi dopo aver spento le sue prime cento candeline.
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Iris e il marito Carl a un gala nel 2005
Il principio di tutto è la Old World Weavers, la società di arredo specializzata in tessile che i due fondano nel 1950, e con cui scompaginano le rigide regole che all’epoca dominavano quel settore. Il punto di svolta arriva quando Iris, stufa di non trovare materiali che la soddisfacessero, avvia una produzione propria, tutta giocata su combinazioni ai limiti dell’eccesso di colori, stampe, e motivi. Un azzardo che paga: il successo dello stile Apfel è immediato e inaspettato, e catapulta la coppia in cima all’elenco dei professionisti più ricercati nell’ambiente. Tra la sua creazione e il 1992, anno in cui la società è stata chiusa, la Old World Weavers si è occupata dell’arredo alla Casa Bianca per 9 presidenti diversi, finendo per collaborare pure con il Metropolitan Museum al restauro di centinaia di tessuti antichi.
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Un dettaglio dei gioielli di Iris
La visione che Iris e Carl hanno del settore si ripercuote ovviamente pure sul guardaroba della donna: lei si vanta di non essere mai stata una dai gusti semplici, e il tempo non fa che confermare l’affermazione. In un’epoca in cui il non plus ultra della gioielleria era il semplice e pulito filo di perle, lei si presenta al lavoro sommersa da cascate di bijoux, in cui unisce i pezzi più antichi e preziosi, gli ornamenti tribali recuperati in giro per il mondo e la chincaglieria da pochi dollari. Non solo. Iris è la prima a indossare i jeans anche nelle occasioni più formali, a mettere le pellicce colorate fregandosene di apparire come una specie di peluche fuori misura, e a prediligere gli occhiali XXXL, in barba a qualunque regola estetica.
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A comprendere quanto il grande pubblico, e non solo gli esperti, avrebbe apprezzato la forza del personaggio è Harold Koda, leggendario curatore del Costume Institute del MET di New York, che nel 2005 chiede a Iris di poter organizzare una mostra dedicata ai suoi gioielli. Lei ovviamente accetta, ma presto diventa evidente che i gioielli da soli non bastano a raccontarla, e così finiscono in esposizione pure 300 suoi capi d’abbigliamento, trasformando l’evento di nicchia in qualcosa di ben più grande. Rara avis: the irreverent Iris Apfel è un successo senza precedenti, che catapulta la sua protagonista nello star system, trasformandola prima in una “Geriatric Starlet”(parole sue), e poi in una influencer del terzo millennio.
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Sulla scia del Met arrivano le copertine delle riviste, le interviste, una collezione low-cost ispirata ai suoi bijoux venduta in TV da HSN, una consulenza per Yoox su una linea di gioielli vintage e anche un documentario dedicato alla sua straordinaria vicenda. A girarlo è Albert Maysles, autore negli anni ’70 con il fratello David di Grey Gardens – la storia delle due Edie Bouvier, eccentriche e solitarie parenti di Jackie Kennedy, entrate nel mito grazie al film -. Il documentario Iris debutta in sala nel 2015, e racconta con tenerezza la vita di Iris e Carl, che purtroppo non arriverà a vedere la pellicola terminata, seguendo la donna nei suoi incontri con i giovani designer e mentre scherza con Kanye West.
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Iris a una sfilata con Karolina Kurkova
Le si spalancano anche le porte dei social media: per una con un’immagine forte come lei, un mezzo come Instagram è perfetto, e infatti il suo arrivo sulla piattaforma le regala un nuovo esercito di fan, tutti incantati dal suo immaginario, dalle sue vacanze in jet privato con Tommy Hilfiger e signora, dall’hashtag #IrisYourCloset, che invita gli utenti a vestirsi secondo i principi dell’Iris-pensiero (bebè, adolescenti o cani che siano). Iris è un vero tesoro nazionale, che il Met ha giustamente deciso di celebrare in occasione della mostra “In America: a lexicon on fashion”, incentrata sulla moda a stelle e strisce, in programma dal 15 settembre 2021: Iris è la prima protagonista della serie “Fashion icons: from the archives”, che attraverso interviste e video d’archivio racconta la vita di chi ha davvero segnato lo stile americano. Scelta sacrosanta.
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