Political, il nuovo giornale italiano davvero indipendente. E totalmente giovane. Da un’idea di Loris Zanrei, in redazione solo giornalisti under 20. L’intervista e le novità dall’editoria indipendente

a cura di Cristina Baldini

Il video promo di “ Political “

Il quotidiano Political diretto da Cristina Baldini ha debuttato da oltre un mese. E con ottimi risultati. L’iniziativa editoriale di Loris Zanrei è nata nel bel mezzo di una pandemia, come scrive la stessa Baldini nel suo editoriale. “Un giornale nuovo con un futuro tutto da scrivere”, titola la giornalista. Il tema d’apertura della primissima pagina non può che essere la scuola. “Ripartiamo senza dimenticare. Il virus non ha fermato la scuola”, si legge in primo piano. Ecco il commento del giornalista e massimo esperto di editoria e media, Claudio Polineri. Pubblichiamo allegandovi la prima pagina di Political. “Ma è veramente la prima pagina di Political o è un numero zero di qualche giorno fa? Più che Political è la prima di 15 giorni fa”, scrive Polineri. Il magazine e’ esattamente il quinto prodotto editoriale di LZ Communication di Loris Zanrei. Abbiamo quindi sentito per voi Zanrei che ci racconta il suo lavoro degli ultimi anni “ Passare da The Max Magazine, parlare di Gossip o costume …modelle e LifeStyle per finire ad un telegiornale digitale, come si contempla tutto questo con un magazine Politico?

La rivista The Max Magazine – Edizione Italia

Zanrei : “ Guarda, io mi sveglio alle 7 del mattino e leggo tutte le rassegne stampa, avendo 5 magazine passo dal gossip, alla cronaca fino a leggere di Trump oppure a cercare di capire l’andamento degli indici azionari…oppure leggere delle ultime sneakers Nike SB Dunk Low Ben & Jerry’s Chunky Dunky (FF Packaging) uscite su Diciotto Magazine (18.000 euro per un paio di scarpe non può non interessare). Mi appassiona molto anche la politica e credo ci volesse un portale nuovo, scritto da giovani free lance, diverso, ma sopratutto alternativo nei contenuti. Piu vero e anche più immediato nella spontaneità e che desse spazio ai ragazzi che hanno voglia di scrivere e hanno il talento per farlo.

Loris Zanrei con Vittorio Sgarbi
Loris Zanrei, imprenditore ed editore

Tra i tuoi magazine quale leggi di più? “

Zanrei: “ Sincero? Political. La situazione attuale mi preoccupa e credo non siamo ancora arrivati al punto zero della condizione Covid. In un certo senso sto sul balcone e guardo la casa andare in fiamme, per questo dico da anni che da questo paese bisognerebbe scappare, cercare alternative di fuga, piani B. Poi però per distrarmi e riempirmi gli occhi di bellezza non posso non buttarmi su The Max.

L’editoria come va?

Zanrei: “ L’editoria digitale vive un momento di crisi del tutto momentanea legata alle sponsorizzazioni, siamo in sofferenza perché le grandi aziende hanno il freno a mano tirato, aziende come la mia che potevano avere un forte valore di mercato solo pochi mesi fa, ora rasentano lo zero. Il momento e’ difficile. Richiamo un default economico. A Tenerife, dove vado spesso, sta già accadendo. Una cosa fondamentale la vedi analizzando l’industria della produzione dei contenuti e volendone tracciare una storiografia, non si può non correlarne lo sviluppo all’avanzamento tecnologico e ai cambiamenti sociali connessi a quest’ultimo. Nel mercato editoriale questi hanno assunto il profilo della meccanizzazione della stampa e dall’alfabetizzazione di massa. “

Come vedi la nascita di nuove case editrici indipendenti? “

Zanrei: “ La ragione che porta alla nascita dei gruppi editoriali è evidentemente l’abbattimento della soglia di rischio derivante dall’esposizione agli strumenti finanziari promossi da istituiti bancari e distributori.

“ Come si fa, adesso che il mercato è monopolizzato, a creare una casa editricee cercare di farne un’attività? Gli editori storici hanno realizzato un monopolio, si può erodere?

Zanrei: “Ultimamente sono nati editori che, insistendo su un discorso di qualità, sono riusciti a superare lo scoglio della piccola editoria… penso a Minimum Fax o NN… oltre al discorso della nicchia credo sia importante la qualità: non fare compromessi…” “La qualità ha un pubblico…”. “ Di certo è un elemento che buca la bolla, come si dice in ambito di comunicazione… se un libro è bello, al lettore interessa poco il tema… prendiamo Teoria della classe disagiata: si può essere d’accordo o completamentein disaccordo, ma la qualità estetica è tale che poi il pubblico lo accoglie ugualmente…”

“ Parlaci di Diciotto Magazine, quello che viene definito il Vogue Italiano “

Zanrei: “ Diciotto Magazine e’ l’esaltazione assoluta del Made in Italy. Si tratta infatti di una rivista tutta italiana. Si occupa di varie tematiche tra cui moda, bellezza, design, attualità e salute. Inoltre, presenta i programmi delle sfilate delle grandi firme in Italia. Il successo è dato dall’approfondimento sulle nuove tendenze del lifestyle, per il quale presentiamo sempre dei punti di vista da parte di vip e personaggi importanti del settore moda.

Una domanda, per te che hai molta visibilità specialmente sui social, che rapporto hai con gli haters? Con gli odiatori seriali? Come reputi ci si debba difendere dagli attacchi mediatici?

Zanrei: L’unico modo che ha un nano per diventare alto, è salire sulle spalle di un gigante. Certe bestie, vedi il pesce palla, si gonfiano per intimorire gli avversari non avendo in realtà una forza adeguata. E poi finiscono sempre per umiliarsi da soli, sono degli sconfitti per principio, perdono sempre. Ho anche notato che spesso non sanno contare fino a tre, ma lo hanno imparato grazie alle loro donne. Ma questo non vale solo per gli haters, nella vita ognuno di noi ha degli “odiatori“. Io per esempio ho avuto a che fare con degli analfabeti funzionali, sgrammaticati, in genere sono residuati da bar, bar squallidi, gente non scolarizzata che prende di mira ciò che non è alla loro portata. Gli uomini hanno la tendenza ad entrare in competizione e perdono di vista l’equilibrio, e allora iniziano a calunniare o cercano di mistificare la realtà. La nota positiva e’ che la gente frustrata abbaia ma non morde. Credo sia un problema sociale, io ho le spalle larghe e alla fine mi diverte vederli rosicare e batterli in tutti gli aspetti possibili. Consiglio sempre di non dare loro molto peso, la bruttezza in fondo ha sempre anche un lato oscuro, quindi la rabbia e’ sempre figlia di un disagio…(continua)

L’Edizione del Tg9 edizione Puglia – Loris Zanrei Direttore Artistico Pinacoteca di Trani (2015)
La riscoperta del pittore Milanese Giovanni Borgonovo, un evento immersivo di Loris Zanrei
Wikipedia – Giovanni Borgonovo e Loris Zanrei

…Oggi ho 5 magazine e mi dedico in pieno alla mia a LZ Communication creando posti di lavoro e collaborazioni a ciclo continuo. Poi avrò commesso anche tanti errori, questo è inevitabile, ma alla fine credo sempre alla teoria ebraica della claudicanza. Si cade e ci si rialza.

“ Riguardo l’arte, oltre ad essere un grande collezionista hai fondato la piattaforma MAGNOLIA ARTE ( https://artgallerymuseum.art/) una galleria e casa d’aste che oltre ad essere presente in fiere nazionali vende online opere d’arte, mobili di design, e oggetti di alto collezionismo, cosa pensi invece di quelle piattaforme che consentono di acquistare “pezzi” di opere d’arte a cifre irrisorie? “

Zanrei: Magnolia Arte e’ una realtà da diversi anni, siamo proiettati nel mercato internazionale e i feedback sono la garanzia del nostro operato. Per fortuna sono pubblici. Credo che Magnolia Arte oggi rappresenti la garanzia per chi vuole investire in arte e anche per chi desidera sviluppare un primo approccio. Il fatto di essere presenti nelle più importanti fiere italiane ci avvicina molto ad un pubblico vasto, quello che poi determina il mercato. Riguardo le piattaforme nate ultimamente credo che sia un metodo che non ha nessun risvolto davvero collezionistico. Perché l’opera appartiene comunque a chi ha più quote di maggioranza, e’ un modo per far sentire che si è partecipi di un mondo, come una sorta di tessera associativa, per così dire. La caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile. Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta molto oltre il desiderio e le aspettative. Io cerco di seguire l’arte per investire, ma sopratutto per collezionare.

Come mai però l’arte è spesso di difficile fruizione per le persone comuni? “

L’universalità dell’arte evoca anche agli ignoranti rispetto, ammirazione e rispecchiamento. Da Raffaello a Leonardo, nessuno la discute. Se però aggiungo l’aggettivo “contemporaneo”, che è solo un concetto cronologico, cioè arte dell’immediato, insomma, della vita di tutti i giorni, l’arte è invece guardata con ostilità. Perché non rispecchia un concetto di armonia, ma di rottura, perché rappresenta situazioni di crisi. Per cui se io dico “arte”, tutti assentono; se dico “arte contemporanea”, molti storcono il naso e la vedono come un inganno, una presa in giro. L’arte contemporanea è lontana al popolo anche se dovrebbe essere la più vicina, perché viene prodotta nel tempo in cui viviamo. Invece ci sembra molto più vicina quella consacrata dal passato. Gli artisti contemporanei sono stati costretti a muoversi in un ambito così “di testa” che non appartengono più al cuore di nessuno.

“ Tu hai prodotto molte mostre di arte contemporanea prima del “ ciclone covid “. Cosa pensi degli artisti contemporanei? Che rapporti hai con loro? “

Allora, nella dimensione contemporanea esistono veri artisti e falsi artisti. Oggi grazie ai social tutti si sentono degli artisti. Ma ne esistono di due categorie. Artisti veri e artisti falsi. I falsi artisti in genere cercano visibilità sui social perché non hanno nessun sbocco se non le sagre di paese. Questi falsi artisti sono però ingombranti e spesso sottraggono spazio a chi artista lo è davvero. Purtroppo la stragrande maggioranza sono degli incapaci. C’è qualcuno che si convince di essere artista anche quando tutti attorno gli fanno capire con le buone o con le cattive che non lo è. Oltre certi limiti, credersi Picasso può trasformarsi persino in una patologia, come quella di chi si crede Napoleone. Ci sono “ artisti “ presunti che sono passati dal lavoro in autogrill ad imbrattare una tela, l’improvvisazione crea delle mostruosità, il dilettantismo va anche bene se non hai la presunzione di chiamarti artista e lo vivi come un hobby. Spesso però le mostre di provincia raccontano di mediocri funzionali che non fanno altro che alimentare la bruttezza, l’arte è un’utopia che andrebbe lasciata solo agli eletti, esporre le opere d’arte nei bar e nelle trattorie andrebbe vietato per legge. Spesso sono talmente brutte che ti fanno passare la voglia di mangiare o di bere un aperitivo.

Esempio di opera “ contemporanea “ mediocre e dozzinale acquistabile su “ Amazon “

Rapporti con gli amici? Amici che frequenti?

Zanrei: Amici veri pochi: nelle mie priorità metto i miei nonni, i miei genitori, i ragazzi della mia redazione, Alex Palmieri che vive a Miami, l’artista Mito Nagasawa, l’editore Gianluca Minelli con cui condividiamo molti progetti, e qualche amicizia storica alle Isole Canarie, quasi nessun’altro, più che altro conoscenze affettuose con artisti e mercanti d’arte, l’amore puro lo riservo al mio privato, sono esclusive del mio cuore che non regalo a nessuno. La gente in genere, invece, ti cerca per avere delle opportunità, visibilità, favori. Ti faccio un esempio, Marta la mia Dog de Bordeaux, rappresenta per ora il punto massimo della purezza emozionale.Con lei sono me stesso. E non chiede favori.

Loris Zanrei e Marta
Diciotto Magazine, rivista di lusso creata da Loris Zanrei, e’ anche un App – Fondato nel 2017

Un modo per gestire meglio questo paese? Hai qualche idea innovativa dal profilo imprenditoriale? Economicamente cosa faresti? “

Zanrei: “ Ci sono persone che possono spendere 10 o 20 mila euro al giorno quando sono in vacanza, ma a questi turisti non bastano cascine e masserie, prati e scogliere»: servono alberghi di lusso sul mare, servono strade, aeroporti, infrastrutture, servizi impeccabili, porti. Un po’ come alle Isole Canarie. L’Italia e ‘un paese che non riesce a sfruttare e valorizzare le innumerevoli risorse che la natura e la storia le hanno donato. Perché serve a poco vantarsi di avere il maggior numero di siti Unesco rispetto a qualunque altro Paese, se poi da quell’immane patrimonio ricavi la metà della Francia. Perché gli stranieri che vengono a trovarci passano sempre meno tempo da noi, e lasciano sempre meno soldi. Però guai a parlare di lusso, che non fa pugni con le vacanze di massa ma ci potrebbe andare a braccetto. Guai a parlare di grandi manifestazioni, bloccate per impedire gli affari dei cosiddetti palazzinari. Guai a parlare di grandi opere, che dovrebbe essere un simbolo per collegare, unire, accorciare le distanze, invece diventano l’emblema del «non siamo in grado di realizzarlo».

IL NUOVO MAGAZINE FONDATO DA LORIS ZANREI E PRODOTTO DA LZ COMMUNICATION

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