di Hellen Lusardi

Loris Zanrei, editore quarantenne, produttore di Diciotto Magazine la rivista online italiana più cliccata del 2019 (tra le nuove proposte editoriali) e di Aiko Magazine, ci racconta perché secondo lui l’editoria è cambiata. “ La mia idea è quella di far leva su queste tendenze tecnologiche creando canali informativi e servizi in settori specifici dove il valore è alto anche se per un mercato ristretto e puntando verso business model basati non sugli abbonamenti ma unicamente sulla pubblicità. L’editoria sta seguendo un percorso per certi versi simile a quello che ha avuto la musica una decina di anni fa. Le catene di produzione stanno saltando e anche la distribuzione cambia di conseguenza, di pari passo con le modalità di consumo. Questo comporta la necessità di ripensare i ruoli professionali tradizionali e l’emergere di nuove tipologie di lavoratori cognitivi che si collocano in modo diverso rispetto ai flussi di valore immateriale: cultural blogger, social media manager, curator, information designer. Con il proliferare delle fonti e dei canali, non necessariamente di bassa qualità, avranno un ruolo sempre più centrale quegli attori in grado di “curare” l’informazione proponendo letture della complessità. Qualcosa di simile a quello che fanno i dj. Una conseguenza importante sarà (ed è già, in realtà) la progressiva perdita d’importanza dell’autorevolezza tradizionale nel dibattito culturale a favore di nuove forme legate al capitale simbolico e alla reputazione mediata tecnologicamente. Sappiamo tutti che l’editoria sta affrontando una notevole metamorfosi. Oramai il settore digitale è una parte preponderante nel settore editoriale, ma anche nella quotidianità di ognuno. Un e-book reader come Kindle è utilizzato da moltissimi utenti e, purtroppo o per fortuna, oggi sostituisce molto spesso un comune libro cartaceo.” In sintesi, il nostro punto di vista è che la pubblicità è un elemento chiave del fatturato dell’editoria digitale, soprattutto per le testate giornalistiche. Sembra infatti che gli investimenti digitali in ambito editoriale siano assai maggiori di quelli effettuati per la carta stampata.
Insomma, oggi i dispositivi mobili per leggere hanno la meglio sull’editoria e su ciò che la circonda. Testate cartacee online, libri, saggi e chiunque altro offre materiale leggibile si sta infatti trasferendo, per una buona percentuale, sugli eReader.

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