Violenza sulle donne, ogni quindici minuti un maltrattamento

Ogni quarto d’ora c’è una donna che subisce violenza o maltrattamenti nel mondo, mediamente una donna su tre dai 15 anni in su. Gelosia, incapacità di gestire la rottura di un rapporto, un morboso sentimento di possesso sono i motivi che scatenano l’impeto di una mano omicida, di una mente malata.

Mentre state leggendo questo articolo, è molto probabile che una donna, nel nostro Paese, stia subendo una violenza da un uomo. Accade ogni quindici minuti, dicono le statistiche. Sempre le statistiche indicano che nella stragrande maggioranza dei casi gli abusi hanno origine in ambito familiare: l’85% dei femminicidi avviene tra le mura di casa. 

Basterebbe però la mera contabilità – le 98 donne uccise dall’inizio di quest’anno, le decine e decine violentate o percosse di cui si ha traccia pressoché quotidiana nelle cronache, ma anche le migliaia e migliaia di invisibili che soffrono in silenzio, per paura o vergogna – a suggerire che siamo di fronte a una piaga sociale. Quindi non deve essere una moda o una circostanza isolata, magari sulla spinta emozionale di un giorno dedicato, parlare di un problema che «non smette di essere un’emergenza pubblica», come ha giustamente sottolineato il presidente Sergio Mattarella. 

Parlarne sempre, di conseguenza, va considerato come un obbligo morale, un pensiero dominante che deve accompagnare la nostra quotidianità. Nella speranza di superare, noi uomini, quella barriera culturale che ci fa dire cose assurde: «è colpa di come si vestono», «la donna, se proprio vuole, è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale», «è normale che ogni tanto, nel rapporto di coppia, possa volare qualche schiaffo». 

L’assurdità di queste opinioni sta anche nel fatto che sono autentiche: sono le risposte date a un recente sondaggio Istat da un campione rappresentativo di maschi italiani. C’è ancora tanta strada da percorrere, in attesa della prossima giornata contro la violenza di genere .