Esclusiva: Alessia Logli: “ Mamma sarai sempre con me “

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Alessia Logli

La 19enne fino alla scorsa estate aveva difeso il padre Antonio (condannato per l’omicidio). Ora, per la prima volta, sceglie di esternare i propri sentimenti

Una figlia, una mamma scomparsa, il papà accusato di omicidio. E portato via da casa con un ordine di arresto. Per essere trasferito in carcere. Tra i tanti risvolti della tragedia di Roberta Ragusa, l’imprenditrice di Gello (Pisa) svanita nel nulla il 13 gennaio 2012 e mai più ritrovata, ce n’è uno che ha il volto di una ragazza bionda, dagli occhi grandi e scuri: Alessia, appunto, la secondogenita oggi diciannovenne di Roberta e Antonio Logli. Aveva 11 anni, la bambina, quando a lei e al fratello Daniele, di tre anni più grande, crollò il mondo in testa: la mamma che viveva per loro, premurosa, sempre disponibile, finì sui giornali, in tv, nei programmi sui fattacci di sangue, ma intanto a casa non tornava. Uno choc. Una sofferenza indicibile. Davanti alla quale soprattutto la piccolina rimase muta, chiusa in se stessa. Fino ad oggi.

Per la prima volta, dopo la condanna definitiva del padre (lo scorso luglio, in Cassazione) a 20 anni di carcere, Alessia Logli ha infatti cominciato a esternare i propri sentimenti. E lo ha fatto sui social, come normale tra ragazzi, con un messaggio che è stato rivelato per primo dal settimanale «Giallo». Su Instagram la giovane ha mostrato la fotografia del tatuaggio con la scritta «Roberta» accompagnata da un cuoricino, che si è fatta disegnare sul fianco, e subito sotto ha postato un testo di poche righe. Parole commoventi: «Una mamma ti insegna a vivere; a rialzarti quando cadi; a lottare con tutte le tue forze in ciò in cui credi. Ma soprattutto una mamma ti ama incondizionatamente, un amore che dura per sempre, un po’ come l’inchiostro di un tatuaggio impresso sulla pelle. A te, mamma, che eri, sei e sarai sempre parte di me».

Dopo chissà quante lacrime, la figlia di Roberta, rimasta con il fratello e la nuova compagna del padre (l’ex babysitter Sara Calzolaio) nella vecchia casa di famiglia, ha quindi rotto gli indugi. Il legame con il genitore, dalla scorsa estate rinchiuso nel carcere «Le Sughere» di Livorno, si è forse affievolito, se non altro per la lontananza fisica. Ma di certo, in questi mesi, l’amore a lungo compresso per la madre è affiorato, si è imposto come una carezza dolce e insieme come una necessità, inducendola a farsi coraggio, ad aprirsi. Anche a costo di scontentare la figura paterna. Intervenendo alla trasmissione «Quarto grado» la scorsa estate, alla vigilia del verdetto della Cassazione nel quale Logli tanto sperava, sia Alessia sia Daniele lo avevano difeso. «Scatti d’ira del babbo? Nella norma. Non esiste la famiglia del Mulino Bianco – aveva detto la ragazza – . Ci sono delle discussioni, delle incomprensioni, però nulla fuori dal normale. Difetti? E’ un po’ pignolo, spesso un po’ troppo. Io sono più permalosa di lui. Se è vendicativo? No. Io litigo con lui perché sono adolescente e non condivido il suo modo di vedere le cose, come le può vedere un genitore».

Antonio Logli e Roberta Ragusa

Poi, rispondendo alla domanda su dove pensava fosse la madre, la ragazza aveva preso posizione anche sull’iter giudiziario quasi concluso: «Io non ho un’idea su cosa possa essere successo. Spero fermamente che stia bene e che non si sia rifatta una vita senza di noi, perché egoisticamente una figlia spera non che la mamma se ne vada a farsi un’altra vita. La verità? Sicuramente non è stata uccisa dal mio babbo: questa è l’unica certezza che ho». In studio c’erano gli avvocati del padre. L’intervista era stata lungamente preparata e concordata. Quale poteva essere lo stato d’animo di Alessia, sotto le luci delle telecamere, con il pubblico pronto ad applaudire o a criticarla, e il pensiero di parlare in diretta a tanta gente davanti alla tv? Facile immaginarlo. Farsi tatuare il nome della mamma e, soprattutto, condividere l’immagine su Instagram è stata forse la sua prima risposta. Un voler dire a tutti: voglio tornare padrona della mia vita e per farlo ho bisogno di ripartire da lei, da chi la vita me l’ha data, e dal mio sentimento più bello. (fperonaci@rcs.it)